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Giovanni Brambilla
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Citazioni

Raccolta di pensieri e parole elaborate da persone stimate con le quali ho condiviso il mio percorso artistico.

Giovanni Brambilla con Silvio Consadori, 1964

«Nella pittura di Brambilla è realizzato uno stato d’animo, un momento di silenzio, l’espressione di un fatto spirituale raggiunto con semplicità.»

Silvio Consadori
Milano, 1964

«… questo l’aspetto più appariscente che lievita in superficie nelle sue tele, esiste tuttavia un altro carattere, più propriamente “intimista”, del pittore trezzese, in cui egli tocca i vertici di una originalità istintiva, ed è su questi scorci d’interno, su questi “spaccati” di vita famigliare che è opportuno fissare la lettura del suo mondo poetico.

L’interno è quello tipico della casa lombarda riscaldata dalla luce del paralume, una luce che spiovendo dall’alto, con domestica discrezione, si irradia sulle proiezioni del pavimento piastrellato ad esagoni e della tavola sobriamente imbandita di volta in volta con pani, uova ed anguria, l’atmosfera è satura d’attesa, si respira aria di frugalità.

Questo mutuo colloquio di cose e di oggetti viene legato dal motivo ricorrente della tovaglia, il quale,concepito originariamente come compiacimento estetico, è divenuto, con l’approfondimento del discorso pittorico, un mezzo indispensabile del linguaggio, quando addirittura non rappresenta il segno di una presenza umana nella già scarna economia fenomenologica di Brambilla. Se nell’accezione comune la tovaglia stesa sul desco famigliare è simbolo di invito, di rispetto di rapporto con l’uomo, come interpretare diversamente questo tema, audacemente presente in ogni interno?»

Volto di Lino Barbisotti, bianco e nero
Lino Barbisotti
Giovanni Brambilla con un gruppo di amici, 1987
Giovanni Brambilla a Kamakura con Narumi Hirashina
Giacomo Biagio Beretta
1967

«Nel marasma delle manifestazioni dello spirito e specialmente in quello della pittura si incontrano, come nel mare, correnti fresche, continue e pulite. Ci si sente come ristorati da un senso di benessere e per gli occhi e l’animo nostro… tale è il caso della pittura di Giovanni Brambilla.»

Erasmo Peracchi
I Colori Dell'Adda, 1994

«Più tardi ha molto viaggiato soprattutto alla ricerca dei grandi lombardi e dei veneti, nei musei, nelle chiese tra Venezia e Roma, sulle montagne bergamasche e da ultimo ha pellegrinato sulle Dolomiti dei Fanes; sua vera modella è la natura, il vero della natura, non la copia: “il suo amore per essa” (Colin parlando a Corot), lo coinvolge al punto di preferire il paesaggio alla figura, i fiori, i pesci, il nudo all’artificio… La “dolce follia” consumata nel suo studio, riprendendo gli appunti e guardando come in un telescopio il fiume dai ponti di Trezzo alla lontananza delle prealpi, lo rapisce e lo inchioda al cavalletto, ma anche nel chiuso romitaggio il colore a lui “s’impone” come “al poeta le parole”.»

«...il suo cammino è mosso di lì sul fare degli Anni Sessanta e ha dato subito una misura lusinghiera della sua attitudine a penetrare nell’anima delle cose e poi, essendo l’artista bisognoso di un suo segreto raccoglimento, è stato dirottato fuor dalla mischia onde percorrere in silenzio un itinerario che lo conducesse sempre più nel cuore della pittura. ...ancor più che logica e conseguente appare necessaria: soluzione formalmente ispirata da una proposta suggerita dal subconscio. … che la natura per prima ha suggerito e che la fine sensibilità del pittore ha tradotto in soavi accordi, in ricercati tonalismi, in squisiti rapporti d’ombra e luce: come si conviene a un pittore che ha saputo convertire in un fatto di poesia i propri strumenti espressivi.»

Giovanni Brambilla con Mario Monteverdi
Mario Monteverdi

«Colpisce, infatti, “im lichte” la mancanza di ogni artificio, di ogni lenocinio intellettualistico per puntare direttamente all’essenza della vita, ai suoi principi fondamentali: chiarezza, semplicità e verità delle umili cose, di un io che non si esibisce, ma che esprime il suo essere entro la naturalità dell’esistente.»

Marco Lorandi
1987

«Nel guardare le opere di questa importante rassegna cogliamo come l‟artista frequenta, ricerca e percepisce le “cattedrali della terra‟ e, nell’aria sottile della natura o nella serenità dell’atelier, si trasforma in un creativo artigiano con mani, tinte e pennelli, un vero “costruttore di bellezze‟ capace di fermare sulle sue tele i ritratti delle emozioni, i volti dell’anima e le visioni dello spirito della Montagna.»

Paolo Valoti
2011

«… ben vengano, dunque le nuove vetrate di Giovanni Brambilla ispirate al mistero trinitario cui è dedicata la chiesa milanese della SS. Trinità. Sono vetrate astratte, ma in esse le forme, i colori, taluni segni e simboli creano una suggestione spaziale senza limiti e portano ciascuno a trovarvi, secondo la propria sensibilità e capacità di lettura, motivo di richiamo spirituale e invito alla preghiera.»

Ernesto Brivio
1998
Giovanni Brambilla con Federico Formignani, 1989

«Nell’affollatissimo panorama artistico odierno, specie quello lombardo, capita raramente di poter incontrare e quindi conoscere un pittore davvero bravo, di respiro internazionale per intenderci, che assommi in sé e nella sua pittura non poche virtù: fantasia, tecnica esecutiva perfetta e, dulcis in fundo, un reale preziosissimo attaccamento alle proprie origini, al proprio “borgo” lombardo. Giovanni Brambilla è tutto questo e qualcosa di più ancora: è un uomo semplice e colto, disponibile e amichevole, un uomo che crede intensamente in ciò che fa e lo fa con innata bravura e animo sereno. In lui, nelle sue opere, è vivo questo messaggio e percettibile da chiunque; i suoi quadri “parlano” della sua personalità, dei luoghi che tanto ama, delle radici alle quali non saprebbe rinunciare.»

Federico Formignani
1989

«L’esigenza di rappresentare un paesaggio con le caratteristiche tipiche che lo contraddistinguono: Non li vuole riprodurre solo fedeli alla realtà ed al dettaglio, ma anche distinguerli con il suo personale, intimo stato d‟animo così da fermare un momento nella sua caratteristica atmosfera. Questo gli è riuscito, a parer mio, in modo meraviglioso anche nelle opere di questa mostra, che hanno per tema la nostra regione, la sua natura e l'impronta lasciata dai suoi abitanti. Con mano sicura ha saputo cogliere i colori tipici e la tipica luce del paesaggio del Munsterland e dell‟Olanda.

Proprio la luce di questi quadri, che è smorzata e spesso velata e così chiaramente si distingue dalla chiara, raggiante, spesso splendente luce mediterranea, mostra quanto Giovanni Brambilla abbia sentito ed elaborato l‟atmosfera del nostro paesaggio. Egli è un artista terribilmente disciplinato. Esercizio, dice lui, l'esercizio è la strada giusta. Dipingere comincia dal vedere, e con ciò non si intende semplicemente "dare un'occhiata", ma un comprendere esattamente il tipico, il caratteristico nella sua forma, nel suo colore e nella sua posizione nello spazio.»

Ingrid Weck
Mostra al Rathaus di Bocholt
1991
Masahiko Otoshi
Matsuya Ginza Art Gallery
Tokyo, 2005

«Giovanni Brambilla con la poesia della sua pittura ha saputo avvicinare la sensibilità giapponese all'estetica occidentale. Questa operazione non è da poco se consideriamo la prudenza orientale ad assimilare nuovi stili. Nelle molteplici mostre tenute in Giappone, Brambilla ha saputo comunicare quasi spiritualmente i valori espressi anche simbolicamente con la sua pittura. Il consenso e il successo di pubblico testimoniano il valore della sua arte e il suo passaggio lascia un'impronta che rimarrà.»